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1823 - Il 24 maggio nasce a Chiavari da Maria Sanguineti e Nicolò Raggio. E’ avviato alla carriera nella Marina Mercantile e prende a frequentare l’Istituto Nautico ove si diplomerà capitano di lungo corso.
Ben scarse sono le notizie sulla sua adolescenza tranne il fatto che rivela ben presto le sue spiccate qualità per il disegno e l’amore per l’arte.

1845 - Assecondato dal padre abbandona la carriera di ufficiale di marina ed espone a Genova alcune sue prime opere. Si trasferisce subito a Firenze e si iscrive all’Accademia di Belle Arti. A metà degli anni 40 a Firenze imperava la pittura accademica di Bezzuoli ma Raggio rimane suggestionato da Pietro Benvenuti, aretino, autore di soggetti religiosi che inizia a dipingere in modo però formale e imitativo senza riscuotere alcun successo.

1846 - Il soggiorno fiorentino si rivela ben presto un passaggio fondamentale per la sua vita artistica. Nel ’46 anche Fattori è a Firenze e ad allora certamente risalgono, ben prima del Caffè Michelangelo, i primi contatti tra i due, le prime amicizie, i primi desideri comuni di un rinnovamento della pittura in chiave verista. Ma i fatti risorgimentali urgono e siamo al nodo cruciale del ’48; mentre Fattori rimane a Firenze e assiste da testimone agli eventi, Raggio si trasferisce a Roma.

1848 - Si trasferisce a Roma. Gli anni che seguono, una ventina in verità, sono stranamente molto scarni di notizie e di dati, eppure sono gli anni fondamentali per la sua formazione. Non si sa ad esempio, quando Raggio conobbe Nino Costa. Forse quando Costa, instancabile, è a Roma nel 1864 dove affianca all’attività artistica un forte impegno politico (in contatto con il partito mazziniano è pronto ad accorrere in sostegno di Garibaldi con cui combatte a Mentana nel ’67). O forse prima, alla fine degli anni ’50, a Firenze, al Caffè Michelangelo, ancora con Fattori e gli altri (Fattori conobbe Nino Costa nel ’59). Certo la conoscenza di Nino Costa è per Raggio un’altra tappa decisiva per la sua formazione ed anche a Raggio, come a tanti altri artisti in quegli anni, Costa imprime una educazione e un indirizzo all’arte basate sul vero sentire e sul vero ritrarre che rimarrà il credo del nostro artista per tutta la vita.
Gli anni ’50 e ’60 dunque, sono certamente gli anni in cui Raggio matura la sua convinzione di ritrarre la natura, concretizza la sua consapevolezza di affrancarsi dall’accademia, si accosta alla Campagna Romana intesa come scenario universale, scopre le condizioni degli uomini e degli animali che lì vivono, conosce uno scenario grandioso e imprevedibile di bellezza ma anche di fatica, di miseria, di desolazione con rari momenti di serena simbiosi tra uomo e natura. Sono gli anni fondamentali del suo diventare romano nella visione e nella rappresentazione dell’Agro anche se, certo per motivi economici, non trascura saltuariamente la sua vecchia produzione religiosa così che espone a Genova nel 1854 una Sacra Famiglia e nel 1862 un Samaritano; ma la Campagna comincia ad entrare prepotentemente nei suoi dipinti: è del 1860 uno dei suoi primi Bufali conservato a Palazzo Pitti a Firenze e del 1865 l’esposizione a Dublino di una Campagna Romana.

1871 - A conferma dei legami che negli anni ’60 Raggio ancora mantiene con i suoi luoghi di nascita, a Genova espone alla Promotrice un Carro con bufali portante un pezzo di travertino, forse la prima delle non poche sue versioni del trasporto, che gli vale l’elezione ad Accademico di Merito dell’Accademia Ligustica genovese.
- E’ la prima presenza documentata in Roma alla Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti con un Paesaggio con figure e due “altri simili”.
- Appare sulla prima edizione della Guida Monaci con studio in Vicolo del Basilico 11.

1872 - Nino Costa, conclusa la tormentata vicenda dell’Unità d’Italia e nominato Consigliere Comunale della città di Roma, si dedica interamente al suo credo artistico e combattendo il fortunysmo imperante, organizza tra le prime cose, una Mostra alla Casina Valadier al Pincio dove è invitato anche Raggio che così ha modo di vedere da vicino le opere di Carlo Coleman, pure lui invitato ad esporre, che molta influenza avrà nei prossimi lavori di Raggio.

1877 - Alla Esposizione degli Acquarellisti espone Buttero e Un toro e una vacca.

1881 - Partecipa alla Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano con Campagna Romana.
- Si trasferisce con lo studio in Via Due Macelli 71.

1883 - All’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma presenta Malaria e Idillius.

1884 - E’ presente alla Promotrice di Genova con Pellegrinaggio di ciociare.

1885 - All’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano espone Cavalli spaventati da un temporale, Bufalo nella palude, La mal’aria.

1886 - Agli Amatori e Cultori espone Chi vincerà?

1887 - Entra a far parte della Società In Arte Libertas ed è presente alla seconda esposizione della Società.
- Presenta un Trasporto di un masso di travertino con bufali oggi al Museo Nazionale della Scienza- Leonardo da Vinci di Milano.

1888 - Partecipa alla Esposizione Italiana di Londra con due opere esposte nella sala riservata alla In arte Libertas: Abitatori della Palude e Cavalli in campagna oltre a Bufali esposto nella sezione “Miscellanea”.
- Alla Mostra degli Amatori e Cultori espone Bovi con figure, Temporale con cavalli, Appuntamento, Fontanile e Buttero a Cavallo, opera riprodotta nel tradizionale Album Ricordo.

1889 - Alla Mostra degli Amatori e Cultori espone Spurgo dei canali a Terracina.

1890 - E’ tra i firmatari dello Statuto della In Arte Libertas ed è presente alla Esposizione di Belle Arti di Roma con Interno, La preda, Una elemosina al camerata, Capata di cavalli, Dopo il pascolo.
- In questi anni ha lo studio in Via San Giuseppe a Capo le Case per poi trasferirsi definitivamente in Via Palestro 11.

1891 – Alla Esposizione della In Arte Libertas espone Una lezione di continenza, Capata di cavalli nella Campagna Romana, Dopo il lavoro e a quella degli Amatori e Cultori è presente con cinque dipinti: La preghiera, Cappata di cavalli, La Malaria, Quiete, L’appello.

1892 - Agli Amatori e Cultori è presente con quattro dipinti: Una lezione di continenza, Un appuntamento, Lo spurgo dei canali a Terracina, Buttero domatore di cavalli.
- Espone a Palermo alla Esposizione Nazionale di Belle Arti.

1893 - E’ presente alla Esposizione Nazionale a Roma con Temporale con cavalli, Al pascolo, La preghiera della vedova, Povera Maria, La febbre nella Campagna Romana.

1894 - Agli Amatori e Cultori partecipa con quattro opere : Idillio, Trasporto di un masso di travertino con bufali, Gruppo di cavalli spaventati da bufali con i figli, Il favorito.

1895 - Interviene alle celebrazioni del 25° anniversario di Roma Capitale partecipando alla Mostra degli Amatori e Cultori con Sorpresa, Al lavoro, Contemplazione e Studi.

1897 - Agli Amatori e Cultori partecipa con Trasporto di un masso di travertino (entrato nelle raccolte della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma), Amore materno, La febbre, La trita.

1899 - E’ presente a Venezia nella sala riservata alla In Arte Libertas con Lo spurgo dei canali a Terracina e Nelle Paludi Pontine.

1900 - Agli Amatori e Cultori espone Giovenco staccato dalla mandria e Cattivo incontro.

1901 - Agli Amatori e Cultori espone Colonia agricola di Via Flaminia.

1902 - Agli Amatori e Cultori espone Al lavoro, La preghiera, Lotta di tori, Terracina, Vecchi amici.
- Nella mostra organizzata dalla In arte Libertas espone Amore materno, Pauroso incontro, Curiosità.
- Riceve la nomina ad Accademico di San Luca dove invia, in segno di gratitudine, il dipinto A Maccarese, ancora presente nelle collezioni dell’Accademia, ma non invia, come pure è consuetudine, il proprio ritratto, [ questo è quanto riportato in genere nelle biografie di Raggio, in realtà il dipinto A Maccarese è un dono all’Accademia del barone Franchetti ].

1903 - Alla 4° Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia nella sala del Lazio espone La masseria in viaggio.

1904 - Entra a far parte del Gruppo dei XXV della Campagna Romana ed è subito nominato Decano del Gruppo.

1905 - Agli Amatori e Cultori presenta Campagna Romana, Cattivo incontro, Lotta imminente.

1906 - Partecipa all’esposizione degli Amatori e Cultori e all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Milano.

1907 - Agli Amatori e Cultori presenta Capraro, Il figliol prodigo.

1908 - Agli Amatori e Cultori presenta Vaccina e butteri, Bufali con fanciulli.

1909 - Alla Esposizione della Campagna Romana espone La mandria di cavalli e Tuzzamontone.

1911 - E’ nominato Socio dalla Società Economica di Chiavari.
- Nella grande Esposizione Internazionale di Belle Arti, a Valle Giulia, per la celebrazione del cinquantenario di Roma Capitale, è presente con Miseria e amicizia, Nella Malaria e Bufali al lavoro, quest’ultimo riprodotto nell’importante catalogo della mostra. E’ in questa occasione che Raggio, non particolarmente conosciuto dal grande pubblico, viene, a 88 anni, quasi “scoperto”. Questo consenso inaspettato spingerà Sartorio, grande suo estimatore, a organizzare per lui una ampia personale delle sue opere.

1912 - Agli Amatori e Cultori espone Amore materno, Butteri nella Campagna Romana, Ritorno dal lavoro.

1913 - Agli Amatori e Cultori Sartorio presenta la mostra personale di Raggio con 23 dipinti oltre a Cavallo e Toro presentati nella sala riservata ai pittori animalisti. La mostra non ripete il successo avuto due anni prima a Valle Giulia, come se il pubblico fosse ora distratto dai nuovi fatti e avvenimenti che si profilano all’orizzonte dell’Europa e mal si presti all’apprezzamento della desolazione, del lavoro e della fatica che pure emergono dalle tele.
Questo è uno dei motivi per cui Raggio, nonostante i riconoscimenti ufficiali, non ebbe mai un sostanziale vantaggio economico, vivendo in povertà soprattutto gli ultimi anni della sua vita.
Come d’obbligo riportiamo le parole di Sartorio nell’introduzione al catalogo che presentava Raggio e le sue opere: «Giuseppe Raggio, uomo dalla natura semplice, credente, non seppe mai quello che il mondo deve al valore del suo ingegno; chiese, non pretese, e passò umile, sospinto ed escluso fra due generazioni di pittori che urgevano. Artista convinto non cedette un pollice dall’ideale che si era prefisso, ed i suoi quadri, dall’età giovanile all’odierna, hanno un solo carattere, una sola espressione, e narrano le vicende degli umili abitatori della Campagna Romana in comunione con le greggi, gli armenti e le mandrie. Sono vedute del paese sconvolto dalle acque e dai cataclismi, desolato dalla febbre, e nel quale vivono i discendenti di quegli aborigeni, i quali portarono nelle loro menti il germe di Roma, del diritto e della morale cattolica. La popolazione divenuta povera, randagia, conserva la bontà innata, la spiritualità generosa e fantastica, e, fiera nella sua umiltà, piacque al pittore ligure il quale vi trovò se stesso».

1914 - Agli Amatori e Cultori espone Trasporto di travertino con bufali.

1915 - Riceve il titolo di Cavaliere della Corona d’Italia.

1916 - Agli Amatori e Cultori espone Miseria e amicizia e un altro Trasporto di un masso di travertino, acquistato a giugno dal Comune di Roma ed ora alla Galleria Comunale di Arte Moderna di Roma.
- Nell’agosto riceve la Commissione inviata dalla Società Economica di Chiavari, composta dal genovese Pietro Gaudenzi, Giuseppe Canevelli e dallo scultore Luigi Brizzolara, avente l’incarico di acquistare alcune opere del pittore che, in uno stato di estrema indigenza, pure “conservava integra un’alta coscienza del proprio valore”.
Così ritornano in Liguria 14 bozzetti ad olio e 21 disegni di cui uno acquerellato acquistati per la somma di 2400 lire che oggi sono nella Quadreria della Società Economica di Chiavari.
- Il 21 ottobre si spegne e riportiamo doverosamente le parole del Lancellotti che nel 1923 ricorda il grande cantore della Campagna Romana: «Così Giuseppe Raggio chiudeva sfortunatamente un’esistenza che conobbe sempre la sfortuna. Non riconosciuto né apprezzato appieno durante i suoi novantaquattro anni di feconda laboriosità, egli reclinava la testa in un’ora troppo delicata perché pubblico e critica lo beneficiassero di quell’esaltazione postuma che non manca mai neppure ai morti mediocri.
Triste e poco comune caso di ingiustizia della sorte!». Volendo fare alcune considerazioni sulla biografia di Raggio possiamo dire in generale che non si hanno notizie di viaggi, contatti all’estero, rapporti con mercanti così frequenti per i pittori toscani ed anche piemontesi. Raggio appare così una figura grande e isolata, da esaminare con un metro di giudizio a sé stante.
Ma abituati come siamo a vederlo confinato nella sua miseria, dimentichiamo che ha pure avuto momenti di successo, di fama e riconoscimenti ufficiali ed in quei momenti può aver guardato al di là della sua siepe, verso gli altri, verso i movimenti veristi e animalisti che vagavano per l’Italia e per l’Europa e qualche influenza deva averla certo subita. Raggio sembra non farlo, a parte i contatti con i Macchiaioli, Fattori in particolare.
Non si hanno suoi appunti o note autobiografiche nè si conosce il modo di procedere nella realizzazione dei suoi dipinti o nella tecnica. I suoi grandi quadri devono essere certo stati realizzati in studio. Un procedimento comune a quasi tutti i pittori dell’800 avveniva in base a bozzetti o ad acquarelli realizzati all’aperto per bloccare la prima impressione; questi poi in studio venivano ricomposti grazie a singoli elementi che erano spesso disegnati su carta (o veline o lucidi) e poi ordinati all’interno di composizioni più ampie con a volte sviluppi su cartoni di preparazione. In questo metodo molto spesso era di ausilio un supporto fotografico (come soprattutto in Sartorio) che è assente in Raggio.
I suoi bozzetti, acquarelli o disegni sono studi mai trasferiti integralmente nei grandi dipinti né dovevano essere necessariamente preliminari ad una composizione di più grande formato. La sua biografia è spesso un lungo elenco di date di partecipazioni a mostre con i titoli dei quadri presentati e soprattutto, come vedremo, non c’è, a nostro giudizio, nessuna forma di denuncia sulle condizioni sociali, come alcuni hanno voluto vedere, in analogia a quanto volutamente espresso dietro le opere, ad esempio, di Pittara.
Raggio è una figura monolitica , quasi uno scoglio in mezzo ad un mare di qualsiasi provenienza e i suoi dipinti scaturiscono da un ammasso cromatico profondo che solo in seguito viene plasmato nelle forme riconoscibili della natura, natura che soprattutto nei suoi ultimi quadri è trasfigurata e prossima a dissolversi nella luce e nell’aria.

MOSTRE POSTUME Si riportano alcune note sulla presenza di dipinti di Raggio in manifestazioni artistiche successive alla sua morte:

1927 - Presso l’Associazione Artistica Internazionale di Via Margutta, in occasione della Mostra dell’Ottocento, è esposto un Paesaggio proveniente dalla collezione Addeo.

1928 - Agli Amatori e Cultori sono presenti due dipinti: Butteri e Campagna Romana.
- Alla XVI Biennale di Venezia nella Mostra della Pittura Italiana dell’800 è esposto un dipinto raffigurante Butteri.

1929 - Nella Mostra del Centenario degli Amatori e Cultori al Palazzo delle Esposizioni è ricordato con Campagna Romana e Trasporto di un blocco di travertino provenienti dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna.

1932 - Nella Mostra di Roma nell’800 sono presenti Buttero a Cavallo e Idillio pure provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

1942 - Viene organizzata una Mostra a Roma sui XXV della Campagna Romana alla Galleria San Marco presentata da Guido Guida. Il Gruppo si presenta al completo, 35 artisti in tutto, tra artisti anziani e ultimi entrati. Raggio è presente con Buoi, Studio di bufalo, Disegno. Da questo momento (1942) diciamo che le opere di Giuseppe Raggio sono finite nel dimenticatoio dell’arte almeno fino alla fine degli anni ’70 quando si diede avvio alla riscoperta della pittura della Campagna Romana da parte del compianto Savo Raskovic, dell’opera instancabile di Renato Mammucari e di operosi galleristi e critici quali G.F. Lomonaco, G. Belardi e dopo, altri. Possiamo certamente aggiungere che la prima grande mostra di pittura della Campagna Romana, presenti tutti i maggiori suoi esponenti da Carlandi a Coleman, da Petiti a Montani, da Ortolani a Ferrari, anche ovviamente Raggio e tutti gli altri, è stata quella organizzata nel 1981 dalla Galleria S. Teodoro (cioè Raskovic) nell’ambito del 6° Salone Nazionale dell’Antiquariato alla Fiera di Roma. La mostra, promossa da Silvia Rumor, si avvaleva di un catalogo “Paludi Pontine e Agro Romano nella pittura dell’Ottocento” a cura di R. Mammucari e P.E. Trastulli, che può considerarsi una delle prime pietre, all’epoca, nella ricostruzione e nel rinnovato studio di questo meraviglioso settore del nostro Ottocento italiano.


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